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Mostrando las entradas de diciembre, 2011

Anche Cristina Kirchner ha il cancro

ARGENTINA - OPERATA IL 4 GENNAIO ALLA TIROIDE. CON LEI SONO 5 I PRESIDENTI DELL'AMERICA LATINA COLPITI TAGLIO BASSO - SEBASTIÁN LACUNZA BUENOS AIRES L'annuncio del portavoce presidenziale, alle 20.30 di martedì, è stato freddo e inatteso. Cristina Fernández de Kirchner soffre di un cancro alla ghiandola tiroidea e sarà operata il 4 gennaio prossimo. La diagnosi parla di tumore circoscritto e di un intervento chirurgico e trattamento post-operatorio con alte probabilità di successo. Tuttavia la notizia è arrivata come un secchio d'acqua gelata sull'estate argentina. All'apogeo della sua carriera politica, la presidenta è vittima di un male che fa paura e che ne fa, oltretutto il quarto capo di stato progressista dell'America latina colpito dal cancro durante il suo mandato. Il presidente paraguayano Fernando Lugo sta recuperando da un cancro linfatico, la brasiliana Dilma Rousseff ha superato con successo un problema analogo dopo un ciclo di chemioterapia e un

Cristina disinnesca l'arma della carta

PAPEL PRENSA - LA PRESIDENTE FA APPROVARE DAL CONGRESSO UNA LEGGE CONTRO IL MONOPOLIO DELL'IMPRESA CHE FORNISCE LA MATERIA PRIMA AI GIORNALI ARGENTINI, FINORA APPANNAGGIO DEL GRUPPO CLARÌN APERTURA - SEBASTIÁN LACUNZA BUENOS AIRES A due messi dalla sua schiacciante rielezione alla Casa rosada, la presidenta Cristina Fernández de Kirchner è riuscita a far approvare dal Congresso la legge che garantisce, secondo il governo, l'accesso egualitario alla carta per i giornali. Una norma che potrebbe essere intesa come una delle tante se non richiamasse immediatamente gli ultimi quarant'anni dell'Argentina e non si tenesse in conto chi sono i padroni dell'unica impresa locale che rifornisce il mercato della carta. In concreto, la legge approvata dal senato giovedì scorso tocca da vicino l'impresa Papel Prensa, proprietà del grande gruppo mediatico Clarín che ne detiene la quota del 49% e che pubblica il principale quotidiano del paese; dell'altro quotidiano (e soci

La relación Rajoy-Cristina: desconfianza natural y citas reparatorias en Casa Rosada

Soraya Sáenz de Santamaría Escribe Sebastián Lacunza Para nadie es un secreto que en el Partido Popular (PP) prevalecen las voces españolas más agrias hacia el Gobierno de Cristina Fernández de Kirchner y el de su predecesor y esposo, Néstor Kirchner . Con diferentes acentos y pasiones, en el PP se cuestiona todo del oficialismo argentino. En un extremo, el más vinculado a un influyente sector mediático y que no es el liderado por Mariano Rajoy , explicitan una prevención ideológica que abreva en los tópicos más exacerbados del antikirchnerismo. A saber, la militancia de la Presidente y su fallecido esposo en los 70, a la que asocian sin mucho prurito con Montoneros. Para el imaginario de ese núcleo, los kirchneristas pecan doblemente: son peronistas y de izquierda. En lo que sería el colmo -siempre de acuerdo con su versión-, son casi chavistas. Bastante más generalizada entre los conservadores, incluido en este caso el segmento más centrista liderado por Rajoy, es la desconfian

Il collasso e la rinascita Nessuna lezione per l'Italia?

ARGENTINA/ IL 19 E 20 DICEMBRE 2001: LA BANCAROTTA E LA RIVOLTA POPOLARE Due realtà molto diverse quelle argentina e italiana. Ma con elementi di analogia che dovrebbero far riflettere SEBASTIÀN LACUNZA BUENOS AIRES Tanto lontano dall'Italia, tanto vicino all'Italia. Dieci anni fa, il 19 e 20 dicembre del 2001, gli argentini, disperati e pieni di rabbia, si riversarono nelle strade. Furono 48 ore drammatiche, che provocarono la caduta di un governo ma anche molto, molto di più. Quei giorni, mentre risuonava lo slogan «Que se vayan todos» significarono la fine della divinizzazione del mercato. Significarono anche che un paese che pretendeva di essere europeo si ritrovava nudo di fronte allo specchio e più latino-americano che mai. Tanto lontano dall'Italia di oggi, eppure il racconto di quella storia avvicina due realtà così diverse. La situazione sociale che stava vivendo l'Argentina dalla metà degli anni '90 non è assimilabile a quella di alcun paese europ